Premio Hystrio all’interpretazione
a Kim Rossi Stuart
Un attore appena trentenne, figlio d’arte, che la condizione famigliare e un precoce successo televisivo in Fantaghirò destinavano, agli inizi degli anni Novanta, a una brillante carriera cinematografica e televisiva, ha messo il suo talento – ardore interpretativo, scrupolo professionale, prestanza fisica – al servizio del teatro, puntando su obiettivi sempre più alti. Questo attore è Kim Rossi Stuart, al quale la rivista Hystrio è lieta di assegnare il Premio all’interpretazione 1999. Dopo un persuasivo esordio, non ancora ventenne, nel Filottete di André Gide per il Piccolo Teatro di Milano, accanto a Gianni Santuccio; dopo aver interpretato un testo di autore contemporaneo, Dove nasce la notizia di Umberto Marino, che lo dirigerà nel film Cuore Cattivo, Rossi Stuart merita la fiducia di Luca Ronconi, che nel 1995 lo vuole nel suo Re Lear. Successivamente, diretto da Antonio Calenda, affronta il ruolo impegnativo dell’antagonista di Freud nel Visitatore di Eric Emmanuel Schmitt, insieme a Turi Ferro, e conquista nella stagione in corso il pubblico e la critica con una interpretazione dell’Amleto di generoso impegno e di trascinante verità. Tutto questo mentre segna con la sua presenza produzioni televisive come Famiglia Ricordi nel ruolo di Bellini, 1/ rosso e il nero, in quello di Julien Sarei, e mentre non meno di dieci lungometraggi lo vedono emergere come uno degli attori di più sicuro avvenire richiesti da registi come Mazzacurati (Un’altra vita), D’Alatri (Senza Pelle e I Giardini dell’Eden), Antonioni e Wenders (Oltre le nuvole), Woody Allen (Woody Allen fall project 99) o Del Monte (La ballata del lavavetri).
Premio Hystrio alla regia
a Marco Martinelli
Riceve il Premio Hystrio 1999 per la regia Marco Martinelli, che a Ravenna ha animato in questi vent’anni insieme a Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni una comunità teatrale ormai diventata riferimento fisso per tutto il Nuovo Teatro italiano. Autore, regista, organizzatore teatrale e all’occorrenza attore, direttore artistico di Ravenna Teatro dal 1991, fondatore nell’83 del Teatro delle Albe che ha precorso il costituirsi di un teatro delle etnie con la compresenza di attori italiani ed africani, e che ha prodotto uno degli spettacoli più stimolanti del Bicentenario goldoniano: I ventidue infortuni di Mor Arlecchino nell’interpretazione di attori senegalesi. Marco Martinelli ha continuato a seguire i percorsi di una sperimentazione legata al lavoro laboratoriale, che ha memoria della tradizione e nel contempo, attenta alle avanguardie europee, è in sintonia con la sensibilità dei giovani. Regista di testi scritti su misura per i suoi attori, di coinvolgente narratività, di lieve ma incisiva scrittura che possono attingere ai classici antichi e moderni ma anche investigare su realtà quotidiane, Martinelli ha prodotto in questi anni – anche in collaborazione con il Teatro Kismet OperA di Bari e Tam Teatromusica di Padova – spettacoli come Incantati, sulla passione per il calcio, All’inferno, dove Aristofane è reinterpretato in chiave multietnica, e Perhindérion da Jarry, meritandosi l’attenzione della critica, la complicità solidale del pubblico giovane e diversi riconoscimenti.
Premio Hystrio alla drammaturgia
a Francesco Silvestri
In una società teatrale come quella italiana in cui la questione della drammaturgia contemporanea rimane irrisolta, con i teatri pubblici e privati che continuano a ignorare i nostri autori, Francesco Silvestri, nato a Napoli 41 anni orsono, continua a condurre con rigore, passione e onestà una battaglia per l’affermazione, come regista e attore, di un repertorio che ha l’autenticità e la forza di un grido contro l’ingiustizia, la miseria, la solitudine. Egli fa parte di quella nuova scuola napoletana che ha avuto la sua figura di prua nel compianto Annibale Ruccello, con il quale Silvestri aveva avviato dal 1980 una proficua collaborazione conclusasi con l’allestimento di Le cinque rose di Jennifer, prima di lavorare con Isa Danieli, Enzo Moscato, Toni Servillo, Iaia Forte. I suoi testi più autentici e sofferti sono risultati dall’attività di animatore teatrale nelle carceri minorili della Campania e in istituti per portatori di handicap. Angeli all’inferno e Streghe da marciapiede, premiati ai Concorsi Idi; Saro e la rosa, Mio capitano e il più recente Fratellini (ospitato la scorsa stagione al Teatro Litta di Milano) – di cui è stato anche interprete con sobria intensità, e nel quale ha descritto con sincerità lancinante il legame d’amore di un handicappato per il fratello, malato terminale in un ospedale – sono stati in questi dieci anni i frutti di una drammaturgia del dolore e della pietà, il cui valore umano e civile la rivista Hystrio ha inteso evidenziare attribuendo a Francesco Silvestri il Premio alla drammaturgia.
Premio Hystrio Altre Muse
a Centro Teatro di Figura di Cervia
Festival Arrivano dal Mare!
Le nuove vie al Teatro, muovendo dal bisogno di integrare o sostituire con altre forme il teatro di parola, hanno recuperato modi di espressione antichi, come i giochi di ombre cinesi, il bunraku giapponese, i burattini e le marionette, associandoli sempre più alle ricerche di avanguardia o perfezionandoli con gli apporti delle nuove tecnologie. Il teatro di figura, o di animazione, si è diffuso anche nel nostro Paese attingendo a esperienze straniere, dal Bread and Puppet a Kantor, ma aderendo anche a più diretti modelli nostrani: e in questo lavoro è stata fondamentale l’attività che da quasi vent’anni svolge la cooperativa Arrivano dal Mare! – Centro Teatro di Figura di Cervia animata da Stefano Giunchi che ne è direttore artistico e Sergio Dotti, e alla quale viene assegnato il Premio Hystrio 1999 “Altre muse”. Il Centro, che promuove da 24 anni a Cervia il Festival “Arrivano dal mare!” richiama, nella sua denominazione, gli sbarchi che un tempo i burattinai compivano sulla terraferma, e presenta con esiti di suggestione poetica l’insieme dei linguaggi, dei repertori e delle tecniche del teatro dei burattini, delle marionette, dei pupi, delle ombre e degli oggetti. Il Centro svolge inoltre corsi di qualificazione, ha un museo e un archivio, raddoppia il suo Festival estivo con una programmazione invernale per le scuole e collabora con analoghe strutture in Europa, nell’America Latina e in Canada.