Premio Hystrio all’interpretazione a Paolo Rossi
Dall’esordio in Kafka cafè in un piccolissimo teatro milanese alla Cimice di Majakovskij prodotta dal Piccolo Teatro di Milano. Il percorso creativo di Paolo Rossi, partito da Monfalcone alla conquista del successo con un bagaglio mitteleuropeo a cui ha tributato omaggio con l’avatarKowalski, è contrassegnato dall’estrema originalità maturata sulle solide base dell’apprendistato con Fo e Strehler. Il suo talento nel coinvolgere il pubblico è colto e circense: spazia dal Beckett con Jannacci alla drammaturgia di Tabori, da Shakespeare con Cecchi a Molière, dal Rebelot a Rabelais. Con Paolo Rossi si vuol premiare una stagione felice, una generazione milanese di attori, registi, comedians “nemici di classe” e amici dello spettatore curioso, intelligente, pensante e reattivo. Maschera contemporanea di una Commedia dell’Arte pop, Paolo Rossi conserva e coltiva la spregiudicata golosità di esperienze eterogenee, che spaziano dal raffinato cinema di Giuseppe Bertolucci alla televisione e alla grande improvvisazione organizzata, interpretando magistralmente la trasversalità di un’epoca contraddittoria ricca di stimoli per i non omologabili.
Premio Hystrio alla regia a Carlo Cerciello
Il Premio Hystrio alla regia è stato attribuito a Carlo Cerciello, per l’alta qualità artistica del lavoro svolto intorno alle espressioni più originali e meno frequentate della drammaturgia contemporanea e per il costante impegno politico e sociale delle sue messinscene. Il contagio (tratto dal romanzo Cecitàdi Josè Saramago), Quartett di Heiner Müller,Stanza 101 (tratto da 1984 di G. Orwell e da Una storia italiana di Silvio Berlusconi), Italietta (basato sulle opere di Pier Paolo Pasolini), Genova 01 di Fausto Paravidino, ’Nzularchia di Mimmo Borrelli (testo vincitore del 48° Premio Riccione per il Teatro), Terrore e miseria del Terzo Reich di Bertolt Brecht, Norway Today di Igor Bauersima, England di Tim Crouch, Don Giovanni ritorna dalla guerra di Odon Von Horvath, sono soltanto alcuni degli spettacoli che hanno segnato in maniera determinante il percorso registico di Cerciello. Un percorso che trova nel rigoroso lavoro con gli attori, nella contaminazione fra differenti linguaggi artistici, nella rielaborazione dei testi in funzione della scrittura scenica i suoi punti di forza.
Premio Hystrio alla drammaturgia a Mario Perrotta
Mario Perrotta ci ha conquistati, dai tempi di Italiani cìncali, raccontando storie dimenticate con precisione, passione e una tavolozza espressiva capace di passare dal pathos alla nota umoristica alla denuncia. Ha saputo fondere ricerca delle fonti, soprattutto orali, capacità di rielaborazione drammaturgica, forma scenica, marcando una propria originalità all’interno del “teatro di narrazione”. Dopo Italiani cìncali e La turnata, Perrotta ha iniziato una nuova fase di lavoro basata sulla riscrittura, in una fertile relazione tra drammaturgia, interpretazione, regia. La sua Odissearinnova il fascino del poema omerico, portandolo vicino a noi in una lingua densa di umori. L’autore in scena diventa attore-orchestra, capace di sdoppiarsi in vari personaggi tanto da creare una polifonia in dialogo con una musica evocativa. Ma Perrotta non si ferma qui. Dopo l’Odissea lancia più in alto la sfida: abbandona la solitudine del teatro di narrazione e fonda una compagnia che affronterà Il misantropo da Molière e, successivamente, altri due testi classici, opportunamente rivisitati. A Mario Perrotta va il Premio Hystrio alla drammaturgia, che consiste anche e soprattutto nella possibilità di pubblicazione di un suo testo sulla nostra rivista.
Premio Hystrio Altre Muse a Teatri de L’Aquila
Ci sono momenti in cui la necessità è più forte della retorica. In cui il desiderio di mostrare amicizia e solidarietà è più grande di forme e convenzioni. L’evento sismico, che ha distrutto nell’aprile scorso la città de L’Aquila, non ha risparmiato i suoi teatri: anni di lavoro e di risorse faticosamente raccolte sono andati in fumo in pochi secondi. Il Premio Hystrio ai Teatri de L’Aquila è il nostro modo di testimoniare la vitalità di un tessuto culturale che non deve andare perduto. Dallo Stabile a L’Uovo, dall’Atam/Teatri Possibili L’Aquila a Teatro Zeta, dall’Ombelico alle decine di realtà del territorio, si è debitori verso i teatri aquilani di uno sguardo capace d’essere nazionale, di tracciare nuove correnti senza dimenticarsi di eredità e maestri. Uno sguardo privilegiato, amplificatosi grazie all’umiltà e alla tenacia proprie di chi è nato e cresciuto in Abruzzo, figlio di una cultura del fare che molto insegna, non solo a livello artistico. Ad artisti, operatori, tecnici, amministratori e colleghi, tragicamente privati di luoghi di vita e di lavoro, vogliamo dire che l’anima del teatro non muore mai. Il resto passa, come la nuttata eduardiana.
Premio Hystrio-Provincia di Milano 2009 a Danae Festival
Curato con passione e intelligenza dal Teatro delle Moire, Danae Festival, nato nel 1999, è una rassegna che ha saputo porsi come una delle più stimolanti e vivaci nel panorama teatrale milanese. La sua ragione e il suo compito quelli di rendere sempre più visibili esperienze artistiche legate alle nuove realtà della scena contemporanea, proponendo artisti nazionali ma soprattutto internazionali che attraversano i linguaggi più differenti e originali, dalla danza al teatro, dalla performing art alla musica, dal cinema alla videoarte. Il Festival, che nelle sue edizioni ha visto crescere l’interesse intorno a sé, coltiva inoltre una vocazione nomade attraverso la ricerca continua di spazi, spesso non convenzionali, per accogliere progetti site specific. Ancora Danae, che nel frattempo ha aperto la sua “casa”, il Lachesi Lab, si prefigge di perseguire una linea precisa di accoglienza agli artisti alla ricerca di uno scambio non solo professionale ma anche umano. Proprio per questa molteplicità di scopi e di valori, per essere diventato una della attrazioni più singolari e inedite della scena metropolitana, viene a Danae Festival assegnato il Premio Hystrio-Provincia di Milano.
Premio Hystrio-Teatro Festival Mantova a Giuseppe Battiston
Si può fare: si può diventare in pochi anni d’intensa attività il protagonista che mancava alla propria generazione, l’attore di riferimento per una tendenza innovativa, l’interprete ideale per ruoli fisicamente caratterizzati che diventa il personaggio per cui si scrivono soggetti. Udinese, classe 1968, diplomato alla Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, Battiston ha collezionato un curriculum non meno imponente della sua presenza fisica, che lo ha portato di recente all’identificazione vincente con il grande Orson Welles nello spettacolo Orson Welles’ Roast. Ottiene dunque questo riconoscimento a coronamento di una carriera dal curriculum eccellente, che lo ha visto in teatro diretto, tra gli altri, da Santagata, Vacis, Garella, Pezzoli, Andò e Paravidino, in televisione, ma soprattutto al cinema, attore prediletto di Soldini (Un’anima divisa in due, Le acrobate, Pane e tulipani, Agata e la tempesta, Giorni e nuvole), fino al recente successo di Manfredonia intitolato Si può fare. Un premio, il nostro, che, pur aggiungendosi a un già ricco palmarès, vuole essere propiziatorio di escalation verso prove ancora più impegnative che ormai Battiston è perfettamente attrezzato ad affrontare.
Premio Hystrio- Arte e Salute a Puntozero Teatro
L’associazione Puntozero Teatro è impegnata da molti anni nel lavoro con i ragazzi reclusi all’interno dell’Istituto penale minorile “Cesare Beccaria” di Milano. In carcere e a Fabbricateatro, il loro spazio, ha promosso e sviluppato laboratori dedicati ai mestieri del teatro e alla recitazione, coinvolgendo in collaborazione con il carcere numerosi ragazzi, avviandoli al lavoro in strutture teatrali cittadine quali il Piccolo Teatro e il Teatro alla Scala. Ha prodotto vari spettacoli, sia all’interno che al di fuori del carcere, mescolando attori professionisti e ragazzi reclusi, che hanno potuto partecipare alle attività esterne grazie a permessi di lavoro e continuare dopo l’estinzione della pena. L’impegno costante in un progetto articolato, gli spettacoli prodotti (Antigone, King Lear, il recenteMade in Italy), una vera e propria sfida ai cliché della detenzione, la prima stagione di teatro-carcere minorile dal titolo Errare humanum est, oltre ai rapporti con il territorio e al progetto per la riapertura e la gestione del teatro all’interno del Beccaria, l’attenzione all’espressione multimediale e all’aspetto formativo rendono meritevole questa compagnia del premio che l’associazione Arte e Salute Onlus di Bologna e Hystrio dedicano al teatro che si impegna nel campo del disagio.
Premio Hystrio alla Vocazione
Vincitori e segnalati
La Giuria del Premio Hystrio alla Vocazione 2009, composta da Marco Bernardi, Ferdinando Bruni, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Monica Conti, Elio De Capitani, Corrado d’Elia, Sergio Maifredi, Andrea Paolucci, Lamberto Puggelli, Carmelo Rifici, Andrée Ruth Shammah e Gilberto Santini, ha esaminato nei giorni 18 e 19 giugno 58 candidati iscritti di cui 11 provenienti dalle pre-selezioni.
La Giuria, espressione delle diverse anime del teatro contemporaneo per generazione, gusto e competenze professionali, ha riscontrato quest’anno un sensibile divario tra le interpretazioni dei candidati rispetto alle candidate. Per questo motivo la Giuria decide di assegnare le due borse di studio del Premio Hystrio alla vocazione 2009 ex aequo a due attrici e di attribuire quattro segnalazioni.
Sono stati ritenuti meritevoli di segnalazione:
Roberta Calia
Matteo de Mojana
Marcella Favilla
Liborio Natali
Vincono ex aequo il Premio Hystrio alla Vocazione 2009:
Silvia Degrandi e Camilla Semino Favro
Silvia Degrandi, ventisettenne vercellese, diplomata alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano nel 2008, impone la sua presenza scenica e una vocazione al protagonismo con la presentazione di tre brani ostici, spericolati, raffinati da testi di Fleur Jaeggy (I beati annidel castigo), Heiner Müller (Quartett) ed Eugenio Montale (Ex voto)
Camilla Semino Favro, ventitreenne genovese anche lei diplomata nel 2008 alla Scuola del Piccolo, convince con un piglio interpretativo spregiudicato e originale che spazia dalla Ginzburg (Ti ho sposato per allegria) a Shakespeare (Giulietta e Romeo) e a Kurt Weill (Barbara Song).
Ha vinto il premio Teatri Possibili Liguria-Comune di Pieve Ligure: Elisa Occhini
Le foto del Premio Hystrio sono state realizzate daAndrea Messana, Francesco Maragucci che ringraziamo