Premio Hystrio all’interpretazione 2021
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Federica Fracassi
Signori e signori, eccovi un inedito Guiness dei primati: ottenere un trionfo recitando seduta su un water. Quel trionfo lo ha ottenuto lei, Federica Fracassi, al Diurno di Porta Venezia in uno dei lai di Giovanni Testori. Attrice testoriana per eccellenza, ma non solo: Federica è scandalosa, impetuosa, esplosiva con qualsiasi autore si confronti. Serissima e scanzonatissima, può passare da Euripide al burlesque con la stessa ineccepibile professionalità. È stata un impareggiabile cane di Hitler nella trilogia tedesca di Massimo Sgorbani, si lancia su Ibsen e lo spolpa, riduce Rosmersholm a un duello a due personaggi, trasforma Peer Gynt in un’itinerante clownerie dalle inattese dilatazioni comiche, con Malosti è una Monaca di Monza dalla conturbante sensualità, una impertinente Beatrice goldoniana nel Servitore di due padroni di Latella e un’allucinata Vecchia ioneschiana ne Le sedie di Binasco. Animatrice infaticabile di una realtà teatrale milanese coraggiosa come il Teatro i, insieme a Francesca Garolla e al regista Renzo Martinelli che da anni la dirige, esaltandone lo straripante talento, ha affrontato autori emergenti come Aldo Nove, Patrizia Valduga, Valeria Parrella, Letizia Russo, Wajdi Mouawad, Marie Ndiaye, ma si è anche misurata con grandi eroine tragiche come Cassandra sia nell’Ecuba di Marina Carr che nelle Troiane di Euripide. Un’attrice che non ha mai smesso di mettersi in gioco, di indagare in tutti i registri possibili, di voltare pagina per aprirne una sempre coraggiosamente nuova.
Premio Hystrio alla regia 2021
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Andrea De Rosa
Gli studi filosofici, lo sguardo attento su quanto accade nel mondo, l’idea di teatro come arte capace di contenere tutte le altre, ma soprattutto come strumento privilegiato per interpretare la complessità del nostro tempo hanno sostanziato il percorso artistico di Andrea De Rosa. Un percorso cominciato nei primi anni ’90 e articolatosi fin dall’inizio fra prosa e opera lirica sulle scene nazionali e internazionali. Le sue numerose regie di testi classici (Le Troiane e Le Baccanti di Euripide, Elettra di Hugo von Hofmannsthal, Maria Stuart di Schiller, La Tempesta e Macbeth di Shakespeare, Manfred di Byron, Fedra di Seneca per citarne solamente alcune) hanno proposto scritture sceniche sempre di grande originalità per impatto visivo e sonoro, frutto di una ricerca teatrale rigorosa e mai fine a se stessa. La robusta matrice filosofica della sua formazione ha portato De Rosa a esplorare teatralmente le speculazioni di pensatori come Gorgia da Lentini (Encomio di Elena), Martin Heidegger (Tutto ciò che è grande è nella tempesta) e Platone (Studio sul Simposio), ma anche ad allungare lo sguardo sulle molteplici potenzialità della scrittura che gli hanno ispirato le originali messe in scena del romanzo di Domenico Starnone Autobiografia erotica, del Giulio Cesare di Shakespeare riscritto da Fabrizio Sinisi e del Satyricon di Petronio firmato Francesco Piccolo, della rilettura del mito pulcinellesco di Linda Dalisi, Pulcinella in Purgatorio, e, infine, dell’adattamento di David Greig del romanzo di Stanislaw Lem, Solaris.
Premio Hystrio alla drammaturgia 2021
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Deflorian/Tagliarini
Può sembrare bizzarro. Che un ensemble così legato al movimento, al gesto, alla cura estetica, si guadagni il Premio Hystrio alla Drammaturgia. Eppure, a pensarci un attimo, la loro scrittura è fra quelle che più hanno influenzato la scena italiana nell’ultimo decennio. E che continua a sedurre. Da Progetto Reality in avanti, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini hanno infatti dato vita a un meticoloso lavoro sulla parola in relazione con il presente, con la verità e l’(iper)reale. Spesso in una dinamica di autonarrazione caratterizzata da un linguaggio colto e riflessivo, attentissimo al ritmo, al lessico, alle ripetizioni. Come si è potuto vedere in Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, Il cielo non è un fondale, Scavi e Quasi niente. Facendo proprie alcune riflessioni già mature in ambito europeo e aprendo la parola a un ramificato dialogo con le performing arts, Deflorian/Tagliarini hanno così aiutato a dare concretezza a qualcosa di nuovo nel teatro italiano. Pur proseguendo ogni stagione a interrogarsi sui limiti del discorso, sul valore e l’ingombro di una comunicazione che si è aperta a grammatiche diverse, verso orizzonti teorici prossimi alla filosofia e alle scienze sociali. Un progetto che ha sempre più la forma di un cantiere aperto, intimo e rimuginante, da cui è facile prevedere che passeranno nuovamente i futuri sviluppi della scrittura per la scena.
Premio Hystrio-Altre Muse 2021
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teatro la ribalta-Accademia Arte della Diversità
La Compagnia teatro la ribalta-Accademia Arte della Diversità di Bolzano diretta da Antonio Viganò – regista, autore, scenografo – riceve il Premio Hystrio-Altre Muse per aver reso la pratica teatrale strumento di inclusione sociale a 360 gradi. Grazie a un formidabile lavoro su un territorio non facile, ha infatti saputo articolare il suo lavoro non solo nella realizzazione di spettacoli, ma anche di laboratori e di rassegne. Formata in maggioranza da attrici e attori “svantaggiati”, che vivono il teatro come necessità, luogo di relazioni e di riscatto sociale, la compagnia da sempre affronta con coraggio temi forti del nostro contemporaneo con un’estetica visionaria ed empatica, che spesso sconfina, con poesia e rigore, in eccellenti performance di teatrodanza. Nel repertorio figurano quattordici produzioni che hanno ottenuto premi e riconoscimenti anche internazionali, come Ali (2017), incontro tra un angelo privato delle ali e un ragazzo disilluso, o Il ballo (2017), in cui i personaggi prigionieri in una stanza cercano la libertà. L’esplorazione del linguaggio del corpo continua in Otello Circus (2018) con sviluppi meta-circensi che raccontano il dramma della gelosia in un movimento finemente poetico del corpo e delle emozioni. Fino all’originale e crudele Un peep show per Cenerentola, in cui il gioco dell’apparire, del desiderio e della ricerca della bellezza anima una feroce competizione femminile per la conquista del principe azzurro.
Premio Hystrio-Iceberg 2021
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VicoQuartoMazzini
Provengono da città diverse: Bari e Roma. Si formano nella stessa factory: la Nico Pepe a Udine. Il nome della compagnia lo scelgono per onorare l’indirizzo del primo monolocale – casa e bottega teatrale – affittato a Terlizzi, pianura pugliese. Di base, i VicoQuartoMazzini sono due: Michele Altamura e Gabriele Paolocà, quasi Romolo e Remo. Ma con loro lavora una costellazione di compagni di strada (tra i molti, Paola Aiello, Nicola Borghesi, Gemma Carbone, Riccardo Lanzarone, Alice Conti, Francesco D’Amore) che certifica la fluidità del teatro italiano under 40. Affermati tutti, ma imbrigliati dall’algoritmo che ha soffocato la loro generazione e anche l’ispirazione a un teatro che non fosse quello della “moderna tradizione italiana”.
Da dieci anni esatti, i VicoQuartoMazzini lavorano per abbattere quegli schemi. Cinici a volte (le tre tazze da cesso che decoravano Diss(è)nten come metafora del Potere). Altre volte visionari (Little Europa, è un bambinaccio mostruoso, figlio del biondo orizzonte scandinavo e del corto respiro mediterraneo: non potrà che combinare guai). Coltivatori a km 0 (in Karamazov chiamano a raccolta il meglio del teatro comico pugliese), sono anche urbanisti con i piedi per terra (il successo del crowfunding per TEX, loro nuova sede a San Vito dei Normanni). Per Livore (2020) si ispirano alla rivalità Mozart-Salieri, rielaborata oggi con l’ambiguità che hanno studiato in Pinter. Il Premio Hystrio-Iceberg 2021 ne riconosce il percorso multiforme, generoso e la ostinata determinazione.
Premio Hystrio-Corpo a Corpo 2021
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Silvia Gribaudi
A Silvia Gribaudi va il Premio Hystrio-Corpo a Corpo, per aver forgiato un linguaggio coreografico unico e originale, capace di rivoluzionare negli anni non solo la scena della danza contemporanea italiana e internazionale ma anche lo sguardo della critica e del pubblico più tradizionale, svelando per prima la meravigliosa imperfezione di un corpo libero in scena, allenato a infrangere con coraggio, sapienza e acuta ironia ogni barriera fisica e psicologica, ogni canone estetico e accademico. Dal primo lavoro autobiografico del 2009, A corpo Libero, tutta la ricerca di Gribaudi è un viaggio ininterrotto e controcorrente nelle frange fisiche del corpo: che invecchia, nel commovente What Age Are you Acting; che osa, nell’iconico R.OSA – 10 esercizi per nuovi virtuosismi; che si vergogna in Humana Vergogna, nato all’interno della casa circondariale di Matera per Matera Capitale Europea della Cultura; fino alle più recenti produzioni Graces e Mon Jour che confermano Gribaudi tra le più eclettiche e sensibili autrici del nostro Paese. All’interno di questo percorso artistico una menzione speciale va ai progetti coreografici di comunità Over60 e Oggi è il mio giorno, attraverso i quali, dal 2011, Silvia Gribaudi incontra il suo pubblico anche fuori dal palco, celebrando il riscatto e la gioia di danzare, ciascuno con la propria forma fisica e la propria età, sempre e ovunque.
Premio Hystrio-Digital Stage 2021
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Diario dei “giorni felici” di Teatrino Giullare
Lingua Madre di LAC Lugano
Testimonianze, ricerca, azioni di Teatro Akropolis
Diario dei “giorni felici” di Teatrino Giullare
Lavoro raffinatissimo che attinge a piene mani nella materia beckettiana per dare un senso allo spaesamento che tutti abbiamo vissuto con il primo lockdown, Diario dei “giorni felici” di Teatrino Giullare riceve il Premio Hystrio-Digital Stage. Attraverso un uso sapiente della tecnica del teatro d’animazione a confronto con i classici, ha realizzato una serie di quattordici microazioni teatrali in cui Winnie e Willie, animati con la tecnica di stop motion, affrontano il malessere e l’isolamento toccando le corde più profonde dell’animo umano con inconsueta e inquietante grazia.
Lingua Madre di LAC Lugano
Carmelo Rifici e Paola Tripoli hanno risposto al lockdown causato dalla pandemia proponendo il progetto multidisciplinare Lingua Madre-Capsule per il futuro, un originale palinsesto che ha coinvolto decine di artisti internazionali. La scelta è stata quella di non rinunciare alla complessità, anzi di accoglierla. Il risultato? Un vero e proprio archivio del fare artistico e della riflessione teorica su di esso. Per la prorompente innovazione e trasversalità, con cui è stato concepito il progetto in ottica interamente digitale, Lingua Madre del LAC di Lugano riceve il Premio Hystrio-Digital Stage.
Testimonianze, ricerca, azioni di Teatro Akropolis
A Teatro Akropolis, diretto da David Beronio e Clemente Tafuri, va il Premio Hystrio Digital Stage per la coraggiosa scelta di dedicare l’edizione 2020 del festival “Testimonianze, ricerca, azioni” all’approfondimento. Utilizzando il mezzo digitale, hanno creato occasioni di confronto tra artisti e pubblico, uno spazio per generare consapevolezza e tornare in scena forti di questo esercizio collettivo. Una proposta attiva e di alta qualità per rispondere alla crisi spostando con intelligenza il cuore del festival dalla rappresentazione artistica alla riflessione tutta contemporanea sul ruolo del teatro nella nostra società.
Premio Hystrio-Scritture di Scena 2021
Le motivazioni
La giuria del Premio Hystrio-Scritture di Scena – formata da Ferdinando Bruni (presidente), Federico Bellini, Laura Bevione, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Roberto Canziani, Sara Chiappori, Renato Gabrielli, Stefania Maraucci, Roberto Rizzente, Letizia Russo, Francesco Tei e Diego Vincenti – dopo lunga e meditata analisi dei 249 copioni in concorso, ha deciso, all’interno di una rosa di otto testi finalisti (Uccellini di Rosalinda Conti, Caini di Mario De Masi, Amore storto di Christian di Furia, Anna di Tommaso Fermariello, Elia Kazan. Una storia americana di Matteo Luoni, Omissis di Alessandro Paschitto, Tragedia automatica di Giuseppe Pipino, Edera di Giulia Trivero), di assegnare il Premio Hystrio-Scritture di Scena 2021 a:
Amore storto di Christian di Furia
La storia di un rapporto d’amore controverso: quello tra lo scrittore Cesare Pavese e Bianca Garufi. Una decina d’anni di dialoghi e di incontri si comprimono nel tempo breve di un pomeriggio al tavolino di un caffè. Con le sue frasi mozze, i silenzi, il carico dei sottointesi, Amore storto è il sensibile distillato teatrale di una stortura affettiva. La riluttanza e l’impotenza di lui. L’indulgenza e la tensione all’ascolto di lei. La consapevolezza di ciò che potrebbe succedere, ma non accadrà mai. Un tema che avrebbe potuto scivolare facilmente nel mélo, che invece di Furia affronta con empatico ma lucido argomentare e con una scrittura di nervosa e incisiva contemporaneità.
La giuria ha poi deciso di segnalare:
Tragedia automatica di Giuseppe Pipino
Un testo che si inserisce in un filone molto frequentato, quello delle rivisitazioni moderne e non convenzionali del mito, che getta luce, senza ingombro letterario, su una qualità di tensione tra generazioni che è propria dei nostri giorni. L’idea di Agamennone/automa regge fino alla fine, generando paradossi in situazioni teatrali ben costruite, sempre in bilico tra dramma e grottesco. La ricerca linguistica, al tempo stesso colta e divertita, non risulta mai gratuita; i dialoghi sono incalzanti e senza cali di ritmo.
Sono stati inoltre segnalati:
Edera di Giulia Trivero
segnalazione In Scena! Italian Theatre Festival New York
Il testo si interroga in maniera fresca, lucida e sensibile su questioni di cruciale importanza per chi, come il Festival In Scena!, si dedica a indagare l’ambito del confronto interculturale. La necessità di un’integrazione fondata su comprensione e accoglienza della diversità culturale pone infatti interrogativi di difficile soluzione, relativi alle limitazioni da imporre lecitamente all’identità culturale in nome dell’integrazione stessa. Edera offre un ottimo punto di partenza per approfondire questa indagine negli Stati Uniti, anche rispetto al lavoro di trasposizione in un’altra lingua e in un’altra cultura.
Uccellini di Rosalinda Conti
segnalazione PAV/Fabulamundi – Beyond Borders?
In collaborazione con Fabulamundi Playwriting Europe la giuria attribuisce la segnalazione Beyond Borders? a Uccellini di Rosalinda Conti, per una scrittura che consegna il mistero delle relazioni alle dinamiche latenti delle battute, agli spazi vuoti, agli a capo, il tutto con un ritmo lineare, sostenuto, asciutto. Un testo in grado di far dialogare i suoi protagonisti con il non detto, articolando moventi e stati d’animo senza quasi mai ricorrere a didascalie. Il confine, in questa partitura a tre voci, è una ferita inquieta, sospesa, umana.
Anna di Tommaso Fermariello
segnalazione Situazione Drammatica/Il copione
Anna è un nome che può essere letto da destra verso sinistra e viceversa, come a indicare, segretamente, che può essere letto come fossimo testimoni o artefici, oppure vittime o carnefici. La scrittura di Fermariello è scarna e diretta, come se non avesse paura di dare nome alle mostruosità dell’animo umano; ha il pregio di creare un ambiente desertico, grazie a un linguaggio apparentemente povero condizionato dallo slang televisivo di questi tempi. Colpisce, in Anna, la mancanza di empatia dei personaggi, che costruiscono relazioni senza possibili vie di fuga; eppure i loro ragionamenti sono lo specchio che dovrebbe condurci a una via d’uscita… se fossimo diversi da loro.
Premio Hystrio alla Vocazione 2021
i vincitori e i segnalati
Dopo accurata valutazione dei 260 iscritti al Premio Hystrio alla Vocazione 2021, 40 di loro sono stati ammessi alle selezioni finali di Milano. In questa sede la giuria – composta da Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Monica Conti, Veronica Cruciani, Filippo Dini, Jurij Ferrini, Andrea Paolucci, Mario Perrotta, Roberto Rustioni, Gilberto Santini, Serena Sinigaglia e Walter Zambaldi – ha deciso all’unanimità di assegnare il Premio Hystrio alla Vocazione 2021 a Maria Luisa Zaltron e Alessio Zirulìa e il Premio Ugo Ronfani, destinato ai più giovani partecipanti al Premio alla Vocazione con un percorso formativo ancora da concludere, a Chiara Stassi.
Queste le motivazioni:
Maria Luisa Zaltron, 25 anni, di Padova, diplomata alla “Nico Pepe” di Udine, ha molte frecce al suo arco: intensa fisicità, intelligenza interpretativa, eccellente vocalità. Qualità declinate con matura consapevolezza nella svalvolata insegnante di danza de La regina dei cappelli di Vittorio Franceschi, ma anche nel gioco al massacro di coppia di Clôture de l’amour di Pascal Rambert e nella Canzone arrabbiata di Nino Rota.
Alessio Zirulìa, ligure, 24 anni, diplomato alla Scuola del Teatro Nazionale di Genova, ha colpito la giuria per la vivida duttilità mostrata nel toccare registri diversi: dall’esasperazione esistenziale del migrante di La notte poco prima della foresta di Kòltes a un Kostja cechoviano con i piedi ben piantati nella contemporaneità, passando per un convincente Macbeth ventenne adrenalinico e visionario.
Dal 2015 il Premio Hystrio ha istituito il “Premio Ugo Ronfani”, riconoscimento attribuito quest’anno a Chiara Stassi, siciliana di Salemi, ventunenne, che, nel suo pur breve percorso artistico, lascia già intravedere promettenti qualità interpretative, sia nelle corde comiche sia in quelle più introspettive. Come ha ben dimostrato passando con disinvolta freschezza da Eve Ensler a Stefano Benni, da Cechov a De André.
Accanto ai vincitori, la giuria ha ritenuto opportuno segnalare: Simone Tudda, cosentino venticinquenne, diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, per l’ottimo livello dei suoi mezzi espressivi, che già utilizza con matura consapevolezza, sia nei classici (Büchner, Pirandello, Shakespeare) che nei contemporanei (Joele Anastasi).